Una bella Madonna con Bambino Fiorentina
Nel panorama artistico fiorentino tra la fine del Cinquecento e l’avvio del Seicento, si può garantire l’esistenza di una corrente che, in parziale opposizione alla tradizione giambolognesca, si orientava verso forme di purismo neo-rinascimentale per molti aspetti analoghe a quelle sviluppate in pittura dall’insegnamento di Santi di Tito e Jacopo da Empoli.
Questa piccola Madonna con Bambino in marmo alabastrino rappresenta pienamente tale clima culturale.
Il suo carattere è definito da molteplici ed espliciti richiami primo-cinquecenteschi: dalla foggia stessa del vestito, col motivo del doppio fermaglio sulla manica, alla cadenza lenta, quasi monumentale, della posa. Il bambin Gesù, che mutua da quello della Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto lo schema delle gambe, è chiaramente influenzato dai vari putti e angeli di ambito giambolognesco nella raffigurazione della testa; un confronto serrato potrebbe farsi con i due Angeli reggicandelabro della chiesa pistoiese della Madonna dell’Umiltà, attributi a Pietro Tacca.
Il profilo segmentato della lunga ricaduta del mantello dal gomito destro della Madonna, e la profonda cavità, sezionata da brevi pieghe trasversali, del panneggio che diagonalmente separa le gambe, paiono derivare da una delle più tipiche cifre stilistiche di Giovanni Caccini; infatti è a questo artista – e in particolare alla sua Madonna in Santa Maria degli Angeli a Firenze, e a quella del Victoria and Albert Museum – che si rimanda la dolcezza un poco untuosa del volto della Vergine, qui accentuata dalla materia traslucida, quasi evanescente, del marmo alabastrino. L’attribuzione di questa Madonna con Bambino a Orazio Mochi è il risultato di questa analisi cronologica e formale.
Mochi è uno scultore formatosi nella bottega del Caccini e noto quasi esclusivamente per aver fornito il modello della statua di Boboli raffigurante il Gioco del saccomazzone (ante 1621). Ricordato dal Baldinucci come “uno de’ più valorosi modellatori che avesse la nostra città nel suo tempo”, a lui va riferita, almeno per l’invenzione, una serie di sculture che rappresentano gli Evangelisti (conservate al Museo degli Argenti) e destinate all’altare e al ciborio della Cappella dei Principi nella Chiesa di San Lorenzo.
Questa Madonna con Bambino arricchisce così in modo significativo il ridottissimo numero di opere dello scultore, conferma da un lato la sua particolare abilità nel lavoro su scala ridotta, e, dall’altro, il suo sensibile contributo alla nascita della corrente classico-purista che, più avanti nel Seicento, avrà in Antonio Novelli la sua più programmatica formulazione.
Orazio Mochi (Montevarchi, 1571 – 1625), attr.
MADONNA COL BAMBINO
Marmo alabastrino
Firenze
H. cm 33
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