Un elegantissimo accendiesca a pistola

Questo raffinato e curioso oggetto, che a prima vista potrebbe sembrare una pistola, è in realtà un pregevole esempio di acciarino meccanico per uso domestico o, più esattamente, un accendiesca a pistola.
Il pezzo qui illustrato si presenta proprio come una piccola pistola, con un corpo in legno di noce elegantemente sagomato sul quale sono state montate le diverse parti metalliche (la guarnizione del calcio, il grilletto, il meccanismo a pietra focaia, la piastra laterale, la canna, il portacandela e il cavalletto). Tutti questi elementi sono in acciaio, decorato con eleganti incisioni raffiguranti motivi bellici, vegetali, girali, palmette e fiori. Nel calcio è ricavato un piccolo scomparto con coperchio, pensato per custodire la riserva di pietra e di esca mentre il portacandela è regolato da una cerniera a molla dentro la canna così come il cavalletto – dalla sagoma simile a quella di un violino – é incernierato a molla  sotto la canna e consente di poggiare stabilmente l’accendiesca su di un piano per usarlo come candeliere.

I primi acciarini meccanici, databili intorno alla metà del Seicento, sfruttavano gli stessi congegni a pietra focaia degli archibugi e delle pistole, ed erano molto rudimentali e semplici. Più tardi ne compaiono alcuni leggermente più sofisticati, ma solo nel pieno Settecento si fabbricano acciarini davvero raffinati ed eleganti.
Sul piano pratico un’accendiesca a pistola funziona sostanzialmente come una pistola nella cui canna, al posto della polvere da sparo, sono alloggiate sia l’esca che un piccolo portacandela. Premendo il grilletto, si attiva il meccanismo a pietra focaia che accende quasi istantaneamente lo stoppino della candela; una frazione di secondo più tardi, la canna si scoperchia, permettendo così al portacandela ed al cavalletto di mettersi in posizione verticale.

La piastra del meccanismo a pietra focaia reca la firma del’armaiolo, incisa in corsivo: “Bonnehay à Maubeuge”. La stessa firma, in lettere capitali, è ageminata in oro  sulla canna – BONNEHAY A MAUBEUGE  – insieme ad un elegante motivo a volute e ad una palmetta, di gusto Luigi XV.

La città francese di Maubeuge era celebre nei primi anni del Settecento come sede di una importante Manifattura Reale di Armi e la firma che compare sull’accendiesca, piuttosto rara, corrisponde a quella di una famiglia di armaioli poco documentata. Un certo Monsieur Bonnehai (Bonney, Bonnechay, Bonnehay), viene ricordato nel 1754 come maestro armaiolo dell’arsenale di Maubeuge, quando riceve l’incarico semestrale di ispettore della manifattura e ancora nel 1779 a Maubeuge le fonti parlano di tre membri della famiglia Bonnehay: E. Louis, Jean e Alexandre. Molto probabilmente dobbiamo a uno di loro la realizzazione di questo splendido pezzo.

Fra gli accendiesca a pistola di alta qualità vanno  sicuramente citati: un esemplare gemello del nostro, custodito al Museo Le Secq de Tournelles di Rouen e alcuni notevoli conservati alla Wallace Collection di Londra, ma il nucleo più significativo è quello facente parte dell’importante  collezione inglese Bryant and May, esposta da quasi un secolo allo Science Museum della capitale inglese.

Accendiesca a pistola, firmato ‘Bonnehay à Maubeuge’. Rouen, Musée Le Secq de Tournelles.

Marchingegni sofisticati e costosi di questo tipo erano come sempre destinati ad una piccola e facoltosa minoranza di gentiluomini, che li utilizzavano per accendere fuochi, pipe o altre candele nella loro abitazione, ma un accendiesca come questo, firmato da un armaiolo e riccamente decorato con la stessa cura di una vera arma da fuoco, costituisce indubbiamente un vertice della sua categoria.

Bonnehay (armaioli attivi a Maubeuge nel XVIII secolo)
ACCENDIESCA
Acciaio inciso e ageminato in oro; legno di noce
Maubeuge (Francia)
Seconda metà del XVIII secolo
Cm 25,5 x 15,5
Firmato “BONNEHAY À MAUBEUGE”

Bibliografìa: V. Cacciandra, A. Cesati, Fire Steels, Allemandi, 1996, plate VIII (K), p. 128.
Riferimenti: Christy, M., The Bryant and May Museum of Fire-Making Appliances, London: Bryant & May Ltd., 1926.

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