Un bustino in bronzo di Attilio Torresini
Attilio Torresini (1884 – 1961) veneziano di nascita e di formazione artistica, apprende la tecnica scultorea dal padre, abile marmoraro. Dopo il conseguimento del diploma presso l’Accademia di Belle Arti della sua città, nel 1914 si stabilisce a Roma riuscendo ad ottenere in affitto uno studio a Villa Strohl-Fern – celebre residenza di numerosi artisti e letterati, ricordata ancora oggi come importante punto di riferimento del Novecento artistico romano – dove ritornerà dopo la Prima Guerra Mondiale e che lascerà solo negli ultimi anni della sua vita.
L’artista si inserisce pienamente in quel clima di “ritorno all’ordine” e di recupero dell’antica tradizione italiana e rinascimentale che caratterizza i primi decenni del Novecento. Con l’ascesa del Fascismo l’arte viene infatti spinta ad uniformarsi per divenire strumento di propaganda e richiamare quella “romanità” a cui il regime dichiaratamente si ispirava.
Come molti altri artisti del suo tempo, anche Torresini si pone in antitesi alle avanguardie che in Europa stavano andando a formarsi, riprendendo la tradizione classica come valore e prediligendo le impostazioni chiare e sobrie.
Prendendo in esame la sua relativamente ampia produzione è evidente una speciale predilezione per il soggetto femminile; il corpo della donna è infatti protagonista di importanti opere come Bagnante (nudo di donna) (1920-1930) e Afrodite (1930-1934) oggi esposte alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, così come di molti altri busti e ritratti.
La struttura compositiva dei suoi ritratti non mira a un’indagine del reale, quanto piuttosto alla ricerca di un elegante equilibrio formale, dove le curve proporzionate del viso e le acconciature dal sapore classico riflettono il già menzionato recupero dell’antico.
Nel Busto di giovinetta qui presentato, risalente agli anni Quaranta del Novecento, la luce agisce in un’equilibrata alternanza di pieni e vuoti che evidenziano i tratti del volto e la resa della capigliatura: una ricca chioma ondulata, divisa in larghe ciocche scavate e incise, che denotano quella raffinata ricerca del dettaglio tipica della sua indagine artistica.
Una forte analogia stilistica e formale con questo busto si ritrova in due altre opere in bronzo dell’artista, Testa Laudisa (1942) e Testa romantica (1948), dove si osserva la stessa alta qualità del dettaglio nell’acconciatura, caratterizzata da onde voluminose che incorniciano i visi.
Attilio Torresini (Venezia 1884 – Roma 1961)
BUSTO DI GIOVINETTA
Bronzo
1940 circa
Cm 22,5 x 15 x 29,5h
Firmata sul retro: A. TORRESINI
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